L'arte di Giuseppe Petruzzella
Petruzzella 2008-2012
Opere Precedenti
Collezioni private
Ceramiche
Petruzzella 2008-2012
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"L'escluso" 1979
Dai Vicoli ai temi d’attualità
Mussomeli. Pino Petruzzella, l’artista per antonomasia di Mussomeli, dice addio per sempre ai vicoli degli antichi quartieri e ai volti rugosi della sua gente che l’hanno reso famoso; si riscopre artista a tutto tondo reinventandosi un genere completamente diverso da quello verista e intimista col quale si è finora cimentato. Un genere nuovo, quello ricercato adesso dall’artista, che lo ha abbracciato con l’entusiasmo di un bambino alle prese con un nuovo gioco. Un genere non privo di suggestioni come testimoniano i quadri che si assommano settimana dopo settimana. L’artista sta attraversando un momento di grande creatività – per mettere su carta schizzi e idee che poi trasforma in quadri e in questi quadri nuovi non ha più vincoli di colori né di rispettare l’esistente. Pino Petruzzella, nel suo studio con bella vista sul castello chiara montano, ci mostra le sue nuove opere: trionfano colori sgargianti e i soggetti sono avulsi dal contesto locale ma vengono calati in realtà più ampie che attingono ai problemi sociali che attanagliano non solo l’Italia ma l’intero pianeta terra...
ROBERTO MISTRETTA DA “LA SICILIA”
... Da qualche anno Pino Petruzzella cerca nuove vie. Non più immagini fotografiche fedeli, figure reali, vicoli, scorci esistenti. Figure e paesaggi si rarefanno, si smaterializzano, il reale sfuma, da spazio al fantastico, non è riproduzione fedele. Il tema si dilata, si universalizza, il tema è il giorno e la notte, la droga, la fame nel mondo, lo sciopero, il divorzio, le stagioni, il dolore. Mussomeli, la Sicilia in genere, fa spesso capolino ma non è centrale: sono temi esistenziali, sociali.
Non so se questo nuovo percorso dell’arte di Petruzzella sia positivo, se saprà creare nuove emozioni, certo è che c’è una novità in questo artista solitario, confinato il quel suo villino di fronte al castello, con cui si confronta, dove dipinge e sconta la sua vita, specie dopo la morte della moglie e da dove spesso si assenta per raggiungere luoghi anche lontanissimi e raccogliere riconoscimenti e premi che ormai non si contano.
Un’altra applicazione della sua arte sono i pannelli in ceramica. Molti pannelli decorano borghi e palazzi e raccontano la storia dei luoghi, della gente dei luoghi.
Con la sua arte e i suoi colori Petruzzella ha arricchito la nostra memoria di emozioni e ha lasciato una traccia perenne nel nostro inconscio collettivo.
Caro Pino, oggi Mussomeli ti tributa il suo riconoscimento, la sua gratitudine.
MARIO RICOTTA
Pino Petruzzella (Il pittore dal pennello umano)
Spesso alcuni colleghi che scrivono le loro sensazioni avute da un’opera d’arte, si lasciano andare ad “artifizi” del mestiere. Un po’ per aggraziarsi il lettore e un poco per far contento l’artista. Ma quando il protagonista è un pittore libero dagli “schemi della moda” dei gruppi precostituiti, indipendente da ogni vincolo, come Pino Petruzzella, non occorre arrampicarsi sugli specchi.. è sufficiente descrivere quello che le sue opere dettano al cuore dello “scrutatore” (di mestiere e non) delle sue opere.
E’ questo il periodo di mutamento emotivo e formale, dell’arte di questo pittore che ha l’esigenza spirituale di esprimersi in “forme e tinte” diverse .. anelate da tempo, ora maturate nella realtà. Queste “nuove opere” sono capitelli che coronano le colonne artistiche della sua arte varia che ha avuto, ed ha, basi originali e inconfondibili, come il carattere dell’autore.. schietto e umano. Di commerciale non vi è niente. L’originalità dei colori e la naturalezza delle tinte, con il disegno e la struttura di ogni opera, fanno del pittore un grande contemporaneo. E’ inutile paragonarlo ad altri o abbinarlo a qualche scuola, né d’arte né di pensiero. Neppure questo “mutamento formale” ha scalfito il binario umanità ed è arte che l’artista percorre da sempre. I valori che lo hanno ispirato sono sempre gli stessi: sia nel mondo locale (la terra, Mussomeli, la Sicilia) sia in quello universale ed esistenziale.
Tra i suoi ultimi quadri (una ventina) spiccano le “quattro stagioni”. Da segnalare l’autunno con un eccezionale nudo femminile dalle forme perfette che adornano la bellissima espressione del viso. Tra i temi attuali affrontati si evidenziano quello della droga, vera e propria piaga sociale (con il filo della speranza) e quello dell’immigrazione, altra tragedia. Fenomeno gestito da speculatori di ogni risma, i quali martirizzano dei poveracci lungo viaggi che spesso significano morte. Anche il divorzio (lo sfascia famiglia) è tema che usa il pittore-poeta. Pure lo sciopero rientra “nell’alveo” dell’artista che lo colloca nella bocca di approfittatori e ciarlatani. Ma la forza trainante dell’arte dell’ispirato pittore è la creazione che parte dal caos (l’alba dei tempi) al tramonto di ogni essere che è la morte, rappresentata dal volto di Pavarotti. E’ la speranza, la carità e l’amore hanno il volto di Madre Teresa di Calcutta.
Quanto sopra è il mondo di Pinuzzu Pitruzzedda.
CALOGERO DI GIUSEPPE
Petruzzella: atmosfera, colore, senso.
Pino Petruzzella. Un uomo schivo. Semplice, di una semplicità che si è trasfigurata in pittura, in pittura totale, di mestiere, in quel genere di pittura che esclude ogni cosa perché da sola compie un’esistenza.
La sua semplicità s’era trasfigurata in una pittura originale atmosferica, rarefatta, di colori sfumati, indistinti: il celeste chiaro del cielo dicembrino che trascolora in sfumature di verde, il violetto, il giallo pallido, il grigio luminoso.
Petruzzella ha avuto la grazia di sapere rendere con semplicità i colori più difficili da rendere: quelli intermedi e indefiniti. Così come Aracne che tesseva sfumature delicate e distinguibili appena.
Quelle sfumature difficili da cogliere e ancor più da rendere perché “ … quando la pioggia rifrange i raggi solari e l’arcobaleno tinge con grande curva il cielo facendolo risplendere di mille colori, all’occhio sfugge il passaggio dall’uno all’altro, tanto quelli contigui si assomigliano...".
Il talento di Pino si era incanalato e si sostanziava in un alveo tranquillo.
Avevamo di Lui l’idea di un vulcano quieto, di un Vesuvio, alle cui pendici potevamo costruire, in tutta tranquillità, la nostra dimora. E invece, come succede al cinema e più raramente nella realtà, egli ci ha travolto, investendoci con un’eruzione di energia e nuova vitalità che gli stanno facendo elaborare nuovi linguaggi e modi espressivi.
Va demolendo le nostre tranquille certezze con un fiume incandescente, che sta incenerendo il suo antico modo di dipingere e che elabora una nuova pittura. Una pittura che abbandona il soggetto per il tema: non più innervata dalla impressione ma vertebrata dalla espressione: non più figurazione dell’altro da sé ma oggettivazione del sé. Che assume a pretesto i temi d’attualità, di contenuto sociale e politico, non trascurando le rappresentazioni religiose. Punta d’iceberg dell’intensa Sua spiritualità. Insomma il pretesto dell’attualità per esprimere la sua angoscia e sublimare l’arsenale delle sue incertezze. La rappresentazione del’’angoscia e l’incertezza dei nostri tempi come occasione per elaborare un nuovo frasario estetico che, apparentemente in contraddizione con la sua antica connotazione stilistica, ha come fondamento l’uso eccitato di colori, trattati senza incertezza a campo pieno ed uniforme… Restiamo comunque ammirati dal fatto che Pino, non più “giovanissimo”, si sia rimesso in discussione e abbandonando le sue certezze si sia inerpicato per un’erta via di ricerca.
Alfonso Cardinale
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